Non rimandare a domani la tua risposta a Dio!

come Carlo Acutis dai spazio a Gesù nella tua vita e digli ogni giorno:
“Gesù, accomodati pure, fa’ come se stessi a casa tua”.
e non dimenticare che
“La santità non consiste nel fare cose ogni giorno più difficili, ma nel farle ogni volta con più amore” (S. Teresa D'Avila)

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La preghiera

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La preghiera non è soltanto un momento della giornata: è la linfa che alimenta la vita comunitaria, è il respiro che ci tiene uniti a Dio e tra di noi. Tutto nasce e tutto ritorna alla preghiera, perché senza di essa non possiamo conoscere né compiere la volontà del Padre.
Il ritmo della nostra giornata è scandito dall’incontro con Dio nelle diverse forme della preghiera:
 

  • la Liturgia delle Ore, che consacra il tempo e ci unisce alla preghiera della Chiesa universale;
  • la Santa Messa, culmine e fonte di ogni giornata, dove riceviamo Cristo che si dona a noi;
  • l’adorazione eucaristica, nel silenzio che apre il cuore all’intimità con il Signore;
  • il Santo Rosario, che ci affida alla tenerezza materna di Maria;
  • la meditazione della Parola di Dio, lampada ai nostri passi e luce per il cammino.

 

La testimonianza dei santi

Santa Teresa d’Avila ricordava che «la preghiera non è altro che un intimo rapporto di amicizia: intrattenersi spesso, da soli, con Colui che sappiamo che ci ama» (Vita, 8,5). 

San Giovanni Maria Vianney affermava che «la preghiera è per l’anima quello che l’acqua è per la terra. La irriga, la feconda e la fa germogliare» (Catechesi sulla preghiera). 

San Pio da Pietrelcina la definiva «la migliore arma che abbiamo, la chiave che apre il cuore di Dio» (Epistolario, vol. 2).

Tutti i santi hanno compreso che la preghiera è il respiro dell’anima: senza di essa l’uomo si perde, con essa ogni cosa diventa feconda.
 

L’eredità di San Giustino Maria Russolillo

Per noi Vocazionisti, la figura luminosa è il nostro Padre Fondatore, San Giustino Maria Russolillo, che fece della preghiera il cuore del suo apostolato per le vocazioni. Nei suoi scritti leggiamo: «La prima opera del vocazionista è la preghiera: essa prepara, accompagna e corona ogni missione» (Scritti Spirituali, vol. II).
I confratelli raccontano che spesso restava in ginocchio per ore davanti al tabernacolo, dimentico del tempo. E quando qualcuno gli chiedeva come riuscisse a pregare così a lungo, egli rispondeva con semplicità: «Quando si ama, non si guarda l’orologio».
Aveva anche una profonda devozione mariana tanto da aver eletto la Madonna, sotto il titolo di Nostra Signora delle Divine Vocazioni, superiora di ogni casa vocazionista. Per Maria ogni casa deve avere una stanza dedicata a lei dove la comunità la venera e le affida i pesi del cuore. I confratelli che lo hanno conosciuto in vita, hanno raccontato che pregando il Rosario, amava dire che ogni Ave Maria è «un nuovo bacio dato alla Madonna» (Testimonianze dei confratelli). 

Per lui, la preghiera non era ripetizione, ma respiro d’amore, sempre nuovo e vivo.

La preghiera non è un atto dovuto, ma uno stile di vita. È ciò che ci unisce, ci sostiene e ci invia. Quando preghiamo insieme, sperimentiamo già qui la gioia del Paradiso: una comunione che ci dona forza, gioia e speranza. È la “marcia in più” che ci permette di camminare verso il cielo, portando con noi i fratelli e le sorelle che il Signore pone sul nostro cammino.
San Giustino Maria Russolillo ci ha lasciato un sogno grande: la santificazione universale. Egli sognava e desiderava che tutti, nessuno escluso, potessero diventare santi, perché la santità è la vocazione fondamentale dell’uomo. La santificazione universale è dunque l’invito e la meta: non un ideale astratto, ma la certezza che Dio chiama ogni creatura a partecipare alla sua vita e alla sua gloria.

Come diventare santi? La strada si chiama PREGHIERA. È nella preghiera che il nostro cuore si apre all’opera della grazia, che impariamo a riconoscere la voce di Dio e a lasciarci trasformare da Lui. È la preghiera che ci rende docili allo Spirito e ci mette in cammino verso la pienezza della vita cristiana. Solo pregando, e pregando insieme, possiamo far sì che il sogno del nostro Fondatore diventi realtà: vedere l’umanità intera trasfigurata dall’amore di Dio.

Pregare, dunque, significa respirare il cielo già su questa terra e, passo dopo passo, camminare verso quella santità che non è privilegio di pochi, ma chiamata per tutti. In questo cammino, la Fraternitàsi sforza di diventare segno e strumento di speranza, perché nessuno resti fuori dal grande abbraccio del Padre.

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Non rimandare a domani la tua risposta a Dio!

come Carlo Acutis dai spazio a Gesù nella tua vita e digli ogni giorno:
“Gesù, accomodati pure, fa’ come se stessi a casa tua”.
e non dimenticare che
“La santità non consiste nel fare cose ogni giorno più difficili, ma nel farle ogni volta con più amore” (S. Teresa D'Avila)

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